mercoledì 31 ottobre 2007

Maybe I didn't love you ...

Quante canzoni parlano di amori finiti? Migliaia! E che cosa hanno in comune? Molte cose. Tipicamente il testo interpreta lo stato d'animo della persona che soffre o che è ce l'ha a morte con l'ex. Ma quando si parla di "quello dei due che ne esce meglio", che pensa con nostalgia al rapporto finito, gli esempi sono molti meno. Non so perchè ci penso adesso, quando non mi trovo certo in quest'ultima situazione (e anzi, negli ultimi anni le separazioni le ho quasi sempre subite)... ma qualche giorno fa ho riscoperto una canzone, Always on my mind, in un film carinissimo: "Insieme per caso" (Unconditional love) con Kathy Bates e Rupert Everett. Una versione per me nuova, lenta, romantica, non quella dei Pet Shop Boys.
E ascoltando con attenzione le parole, l'ho subito sentita come la canzone di chi pensa con rammarico ad un rapporto finito per propria colpa.

Maybe I didn't treat you
Quite as good as I should have
Maybe I didn't love you
Quite as often as I could have
Little things I should have said and done
I just never took the time


Anche se il resto del testo offre molte chiavi di lettura.

Always on my mind è una canzone composta per Elvis Presley da Mark James, Wayne Carson e Johnny Christopher, anche se fu la versione di Brenda Lee ad essere pubblicata per prima nell'estate del 1972. All'inizio del 1973 Elvis stava attraversando il momento difficile a causa dalla sua separazione da Priscilla, ed in quel momento "Always On My Mind" sembrava davvero la canzone più adatta a lui:


Nel 1982 la versione di Willie Nelson raggiunse la vetta della classifica country:


Fino a ieri conoscevo solo la mitica versione dei Pet Shop Boys del 1987, quella che ha avuto anche più successo commerciale.



Tra le innumerevoli altre cover (pure Julio Iglesias s'è cimentato!), quest'anno anche Bublè ha inserito nell'ultimo album la sua interpretazione, ... to keep you satisfied, satisfied.


sabato 27 ottobre 2007

Show business

La vostra Mina questa settimana non vi porta in viaggio tra verdi colline o in tranquille cittadine di provincia, si ritorna nel traffico: acchittatevi, si va a Milano.
Acchittatevi, nello specifico della serata, significa tracciate abbondantemente il contorno occhi con una spessa matita nera, prolungandolo fino alle tempie, raccogliete i lunghi capelli stopposi in una cofana alta fermata da una fascetta e, per le integraliste, indossate un Borsalino stretto..o una sua imitazione, nessuno lo noterà.
Non che vi porti in un postaccio, anzi, invece del Rolling Stone vi farò varcare la soglia dell'Alcatraz. Ma per acchittate che sarete, non potrete competere con la protagonista della serata. L'abbigliamento è solo un dippiù, cosa accade in quei vestiti è ben più importante.

Con solo un quarto d'ora di ritardo la band si presenta sul palco ( e considerando che secondo me alle 21 qualcuno si è ritrovato al Rolling Stone per scoprire che la location era cambiata, un'oretta di ritardo avrebbe fatto comodo..) e l'atmosfera invade il locale. Tenda violetta, luci soffuse, lampade retrò, otto elementi - credo - equamente divisi tra bianchi e neri, e mediamente molto orizzontabili, attaccano a suonare. Lei non si fa attendere, i saluti sono rimandati, la musica è padrona.
E in effetti oltre alle pseudo coreografie dei due coristi oltre alla musica non c'è molto, la presenza scenica di Amy rasenta quella della Mannoia e la sua espressività ricorda Elisa. Ma la serata è appena iniziata.
Tra brani riarrangiati, accompagnamento impeccabile e sfasamenti con la cantante la prima mezz'ora del concerto scorre..come un drink..non un vodka lemon, direi piuttosto un Cuba Libre a giudicare dal colore. E non mi riferisco al mio, bensì al suo... L'alcool aiuta, distende. Ma non basta.
Dopo due uscite rapidissime dal palco il ritorno alla scaletta è surreale: lo sguardo non è più così perso, Amy quasi sorride dopo una steccata ruttosa e soprattutto dà inizio a una nuova coreografia. Il tempo è scandito dalle sue braccia che sistemano spalline e cuciture del vestitino bon ton nero con fiocco bianco, dalle mani che vangano nel davanzale e soprattutto dallo sfregamento del naso ritmato con dei colpi dello stesso dovuti probabilmente a un accenno di rinite, ehhhhhh.
Al primo drink ne seguono altri due in un tempo degno di una girl (ci manca laAmy...) e il presagio del tracollo serpeggia in platea.

E qui l'imprevisto.
Io mi sento a disagio, provando una sorta di pena, soprattutto dopo aver capito che barcollamenti, farfugliamenti e quant'altro non fanno parte di una recita come pensavo inizialmente.
Il resto della sala invece l'acclama come se finalmente avesse ottenuto ciò per cui aveva pagato 26 euri.
Ora, una persona è libera di fare del proprio corpo, del proprio talento e pure della propria vita quel che più gli sembra (in)opportuno. Billie, Britney, Whitney e altre ci insegnano.
Ma trovo shockante (scioccante?) che la notorietà di un personaggio si basi in gran parte su questo. E che abbia un seguito grazie alla sua bravura, ma anche e soprattutto alla curiosità che fa dire a molti "chissà se arriverà a fine concerto stavolta...", "vomiterà sul palco come in Germania?", "più di un'ora non regge, chissà se dovranno reggerla per portarla fuori..".
E ancor di più mi fa incazzare che un produttore mangi sulla sua autodistruzione.

Per la cronaca le speranze dei disfattisti non sono state esaudite. Dopo aver annunciato l'ultima canzone, Amy e la band ritornano sul palco per ben due bis. Probabilmente tutto quanto ha assunto nell'ora precedente è entrato in circolo. Oppure abbiamo assistito a un miracolo. Di fatto nella mia mente quelle due canzoni sono strazianti da quanto sono perfette. E poco più di un'ora di esibizione non fa rimpiangere concerti ben più lunghi.

Restano un paio di dubbi:
- chi la vuole bevuta e fatta forse la conosce così bene da sapere che solo in certe condizioni può dare il meglio?
- Diego, so che c'eri, ma... dov'eri?!?


giovedì 25 ottobre 2007

Lezioni di fitness - 2 - Fit for Fun o... Fit for Fuck?

Fit for Fun o... Fit for Fuck? Quando osservo le ragazze che frequentano la palestra mi chiedono se siano lì per fun o per fuck, cioè se le loro motivazioni siano più legate al benessere e al divertimento, oppure a modellare il corpo e mettersi in mostra.
Una ragazza che si allena in palestra, lo fa per fun o per fuck? E' lì per il suo benessere generale o per il benessere post coitum?
Vediamo quello che osservo di solito.
Una donna corre sul tapis roulant per stare bene e per divertirsi (fit for fun), mentre se zompetta sullo step è per valorizzare i suoi glutei, quindi fit for fuck...
La ragazza fit for fun soffre e suda, mentre la fit for fuck soffre ma rimane fresca, la prima saluta e si guarda in giro, la seconda saluta poco e tiene lo sguardo fisso davanti a se...
La prima arriva in tuta, la seconda arriva con stivale e jeans attillati, e quando se ne va sembra appena uscita dall' estetista.



E per i maschi?








Per loro il fitness è sempre fit for fuck!



E per te? ;-)


lunedì 22 ottobre 2007

Back to basic...

... ovvero: prima o poi tutto torna com'era... e tutto ricomincia!

Non voglio tediarvi con futili cronistorie del mio ritorno dietro [e non sotto] i banchi di scuola, molto meglio raccontarvi in breve di incontri, novità e conferme:
1. Il viaggio tutto nuovo è fonte continua di ispirazione ormonale; c'è la continua voglia di scoprire, capire, osservare, ammiccare, dialogare, conoscere, vedere, ascoltare... Si vede gente nuova e si analizza da come parla, da come cammina, da come si veste... Insomma ci si rifà gli occhietti!!! Alcuni sono già stati accalappiati!!!
2. I "colleghi" nuovi sono la mia valvola di sfogo: sono talmente odiosi (alcuni/e) che quando sono inversa, acida più del solito e c'ho le mie cose basta che sclero con uno di questi è tutto è risolto! Con uno di questi (che si salva ed esce dal coro) "risolverei" volentieri...
3. Una grande conferma è la presenza della mia migliore amica F., con cui condivido le tediose ore di lezione, i commenti, le acidità, gli spettegulesss.
4. L'università è sempre la stessa, stessi posti, stessi luoghi, stessa gente, stessa polvere!
5. Complimenti ai babbi e alle mamme delle nuove matricole... ma come verranno su bene!!! Prenderò in considerazione la scelta dell'assistentato...

Ma andiamo al sodo: cosa è ricominciato?!?!? cos'è che fa impazzire gli ormoni delle ragazzine 14enni come noi?!?!?
Amiciiiiiiii! Novità e conferme di quest'edizione:

1. Si stanno già sclerando addosso... il collo del piede rimane protagonista, insieme a culi larghi, gambe tozze, ginocchia che non stendono, voci chiuse, poco estese e nasali, attori che ballano e non recitano, ballerini che sculettano e non ballano, cantanti che urlano e stonano!
2. la Celentano sta già mazzando i ballerini; non è stato scelto alcun ballerino di classica perchè nessuno a livelli decenti;
3. Garrison sceglie con il cuore (e non solo), Steve si conferma la "via di mezzo" che è sempre stato tra la Celentano e Garrison... i cocchi ci sono già... molti erano già allievi di questo, allievi di quello, allievi di quell'altro...
4. Federico (vincitore dell'anno scorso) appare durante la sigla del sabato più tirata che mai. Sempre splendide Karima e Roberta [mollatasi con Bambi!!!]... degno di nota Max, che dimagrito e un po' e infighettato, diventa un gradevole bocconcino!
5. La selezione dei 90 mi ricorda molto Miss Italia: "Numero 35, il tuo sogno finisce qui!"... in questo caso il fatidico "Non sei stato ammesso" si accompagna a silenzi e sguardi smarriti, mentre il Sì all'ingresso nella scuola viene vissuto con urletti isterici, saltelli e pianti da fare invidia alle Miss che vogliono la pace nel Mondo!
6. Della serie: presentare le persone con particolari interessanti! ilMario subita comincia a tastare il terreno leggendo i giudizi che i professori hanno dato agli ammessi (sembrano dei derilitti) e comincia a chiedre informazioni su famiglia, amici, fidanzamenti, conflitti e liti nei provini...
6. Se Malgioglio era la Regina dell'Isola, la gara per la corona di Regina di Amici si sta aprendo in gran stile e vi assicuro che il materiale c'è e tanto, e meritevole!!! credetemi sulla parola...

Foto tratte dal sito http://www.nemicidimaria.com/ . Grazie!!!


[Nelle foto: (da sinistra) laBavosa del Nord America quando avvista la preda; laMissDeposta che regge in mano lo scettro pronto per essere restituito alla nuova reginetta della 7°edizione; esemplare di Homo (vabbè...) Ficus da tenere sott'occhio!]

Vi ricordo gli appuntamenti quotidiani alle 16.15 dal lunedì al venerdì e il sabato per la diretta delle 14... Se non sfondo come ricercatrice, un futuro da annunciatrice è assicurato!


sabato 20 ottobre 2007

In viaggio con... gli Amici

Il bello di viaggiare è l'immergersi nella quotidianità del luogo che ci ospita, violare il suo equilibrio con la nostra presenza, sia pure per pochi istanti.
E' con questo spirito che una ragazza di campagna lascia le pianure pedemontane per partire alla scoperta di angoli sconosciuti del nostro Stivale..mi raccomando: che sia nero, stringato e con tacco alto a stiletto.. perchè soprattutto in viaggio lo stile non deve restarsene a casa!

Il processo di approccio e scoperta di un luogo e della sua essenza passa attraverso numerosi passaggi e credo che il momento in cui per la prima volta ci si sente "a casa" arrivi per ognuno in un modo unico e spesso inaspettato.
Ci si può arrivare attraverso il cibo, assaporando piatti, vini e gustandosi locali e ristorantini del luogo. Questo finchè la cintura non inizia a stringere e a chiedere a gran voce il passaggio al foro successivo (se ancora ne resta uno!).
Oppure attraverso i rumori e i suoni. Camminare per Milano richiede un innalzamento repentino della soglia del rumore, passeggiare per Napoli vuol dire solfeggiare a suon di clacson, l'ozio per le vie di Parma o Modena è accompagnato dallo stridìo delle biciclette e dal chiacchiericcio delle signorotte. Tutto un sussurro alternato a picchi di volume e risate, mentre con le sportine alle braccia ci si racconta la vita di un intero quartiere se non dell'intera città "bene".
Oppure ci si può arrivare immergendosi nella vita vera. Roma ad esempio la si può conoscere visitando i suoi monumenti, attendendo diligentemente in coda insieme a orde di stranieri per poter accedere a un museo e beandosi delle "romanescate" inscenate ad hoc da camerieri e maestranti per i turisti nelle trattorie di Trastevere e dintorni.
A poca distanza però si muove un'altra Roma, quella che convive con il grande raccordo anulare e il suo perenne imbottigliamento, quella che delle auto blu subisce non il fascino bensì l'intasamento e che ha smesso di far la spesa nei grandi centri commerciali ed è tornata al supermercatino di quartiere per non spostare la macchina (che poi, dove la parcheggio?).
E' lì che alla signora che chiede "che c'è nessuno ar pesce?" (trad. "scusate ragazzi, a chi potrei rivolgermi per farmi servire al banco del pesce?") due ragazzotti rispondono "mò ariva, se ne stava a pescà qua de fora" (trad. "ora chiamiamo subito l'addetto, cara signora, probabilmente è in riunione con il direttore").
E' lì che la cassiera ti dice "lo dorci stanno de llà, ma nun te c'accompagno che ingrasso solo a pensacce" (trad. "i dolci sono nella terza corsia, se vuole le chiamo la responsabile, io non posso allontanarmi dalla cassa").
E soprattutto è lì, proprio lì, che alla bacheca puoi trovare annunci di ogni tipo. Badanti, baby-sitter, dog sitter e pubblicità degli esercizi della zona. Il bar dove il caffè costa meno, chi ti ripara le scarpe, dove comprare i guanti e dove poter avere gli insegnanti di Amici come tuoi insegnanti in palestra.
Avete capito bene. Quegli Amici che oggi tornano ad allietare i sabati pomeriggio di chi resta in casa perchè in teoria ha mille cose da fare. Quegli Amici a cui mi domando chi tagli i capelli. Quegli Amici che cantano in inglese senza conoscerne una singola parola. Quegli Amici che ogni anno mi sembrano più giovani. Quegli Amici che in viaggio o tra le mura domestiche...ti fanno sentire a casa!


mercoledì 17 ottobre 2007

AAA - Altri Ads Ammiccanti

Vi ricordate lo scatto di Oliviero Toscani per la campagna pubblicitaria di RA-RE?
Quei furboni tornano alla carica, con dei manifesti che ho notato in aeroporto...


Che c'è di nuovo? Nulla, i soliti irresistibili smutandati... però trovo molto sexy la posa semi-svestita rispetto al classico "mutanda e nient'altro". Sul sito RA-RE trovate queste immagini in grande.

Ma naturalmente mi piacciono pure gli ads più classici, come ad es. questo modello Intimissimi che trovo perfetto... e sono disposto a tollerare i suoi gusti in fatto di underwear!


...come vedete non chiedo molto!!!


domenica 14 ottobre 2007

Gira l'Italia, girala, laaaa

Sottotitolo: Corridoio o finestrino?

Come ogni cantante in questi ultimi anni anche la vostra Mina ha dovuto fare i conti con la crisi del disco, il download illegale e il declino delle mezze stagioni. E come ogni cantante ancora dotata di voce e/o di coraggio mi giro l'Italia per riallacciare i rapporti col mio pubblico, affrontare nuove piazze e, in ultimo, batter cassa.
Come si sa l'Italia è lunga lunga e partendo una base solida va rastremandosi via via che si percorre il suo fusto...meglio che mi fermi qui con la "geografia"... tutto questo per dire che per percorrerla in tempi non biblici serve un aereo, e per prendere un aereo serve un aeroporto, e per salire sull'aereo serve un check-in, e dopo il check-in serve una lunga serie di controlli...insomma per risparmiare tempo serve...tanto tempo (e pure tanta pazienza).

...per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole un albero...

Nelle lunghe attese si diventa tutti dei voyeur, e come negli spogliatoi le tecniche di osservazione sono varie: tu che tipo di flyer-watcher sei?
l'apprensivo: arriva in aeroporto un'ora prima dell'inizio del check-in, si mette in coda - o meglio, dà inizio alla coda - e batte il tempo col piede finchè una ragazza con un tailleur dagli abbinamenti improponibili non lo invita a posare il suo bagaglio sul tapis rulant. Cosa osserva? Tutto e tutti, ma soprattutto gli schermi con le informazioni sui voli, non sai quante volte un aereo è partito con un'ora e mezza di anticipo! Assillante.
il diligente: arriva giusto all'inizio del check-in, con calma passa tutti gli stadi di controllo e palpeggiamento, dopo una rapida occhiata ai negozi del duty-free e l'acquisto di liquidi comunque inferiori ai 100ml (perchè non si sa mai), si siede al gate di partenza e leggiucchia un quotidiano fino all'imbarco. Noioso.
il dirigente (finto): arriva al banco del check-in circa un'ora prima della partenza, parlando al cellulare (spento) per tutto il tempo in modo da coinvolgere i presenti nelle sue contrattazioni, vendi-compra-regala-fotti. Con passo affrettato si avvicina al gate e lì inizia ad osservare i presenti, uomini e donne indistintamente, l'importante è che lo ascoltino invidiosi. Invidiosi del Sole aperto con gesto teatrale, invidiosi della scarpa di Prada della collezione precedente o del gessato con riga molto spessa. Mi consenta.
il dirigente (vero): arriva in orario al check-in una volta su due, la volta no chiede con nonchalance che gli venga prenotato un volo successivo mentre si guarda intorno con indifferenza. Un panino, un drink e se c'è tempo un salto nei bagni. Altro che chiacchiere e distintivo.
l'assetato: arriva sudaticcio al check-in e già lì aziona il gaydar, con gli steward di terra, con i passeggeri in fila, con le forze dell'ordine e con i loro cani, non si sa mai... Percorre la zona shopping con un movimento rotatorio della testa a 180°, ma l'attenzione non è rivolta alle vetrine. Una valigia di colore sospetto, una camminata lievemente ancheggiante, un filo di barba o una buona respirazione. Tutto accende il suo interesse, quel che lui accende è al massimo una sigaretta. Porello.
il distinto: oltrepassa indenne check-in e controllo sicurezza, scambiando battute con le hostess di terra e con i controllori (magari ci scappa un controllo più approfondito dietro il paravento). Riallacciandosi la cintura, tolta per il metal detector, nota la marca delle cinture dei presenti e stila una classifica mentale. Durante l'attesa al gate sfoglia El Pais, nonostante sia sulla tratta Milano-Cagliari, e tra un articolo e l'altro mantiene monitorata la situazione. Sale sull'aereo e osserva le istruzioni di sicurezza solo se chi le impartisce merita. Essendo l'unico a seguirle il gioco di sguardi è assicurato. Una volta in alta quota con passo sicuro si inventa una scusa per parlare con lo steward, che per meglio rispondere lo conduce in cabina di pilotaggio. Il pilota non si esime dal soddisfare le esigenze del passeggero e aziona il pilota automatico per meglio operare, il passeggero distinto quindi... si sveglia! Minoso.
la biologica: non pervenuta.


martedì 9 ottobre 2007

Anni ruggenti

Sono nostalgica fino alla punta delle ballerine, e tutte le volte che l'attualità mi fa ripiombare nel passato mi domando spesso quale futuro ci si possa attendere (ma cosa diavolo ho scritto?).
Di questi tempi si fa un gran parlare di
proibizionismo, delle conseguenze di guerre "terminate" e di conflitti mai spenti, di antipolitica e di pantaloni a vita alta: per una ballerina pacifista che si ubriaca poco e che ha sempre avuto le idee chiare sulla politica, abituarsi nuovamente a portare i calzoni fin sotto al seno è una vera impresa (soprattutto quando nel 1990 si svuotano gli armadi per far posto alle nuove tendenze).
Del resto tutto torna, come i pantaloni a vita altissima, persino le leggi fanno questa fine.
La superba Mary e il brillante Andrea via etere e con tanta ironia tutte le sere mi inondano di notizie inutili, molte delle quali non richiamano affatto la mia attenzione e dopo dieci minuti le ho già scordate (ma mica li ascolto per informarmi): l'altra sera però restai di stucco all'ascolto di questa notizia, non credetti a ciò che stavo ascoltando; di episodi del genere se ne possono raccontare molti, altrettanti sindaci hanno adottato le più disparate misure, ma senza una vera legge che "regolamenti" la questione e ponga freno soprattutto allo sfruttamento non si ottiene granché. In trasmissione poi è intervenuta l'onorevole Guadagno che ovviamente ha sparato a zero contro l'iniziativa dello zelante amministratore locale: nel 1931 non esisteva nemmeno la parola transessuale ed è un controsenso ritenere mascheramento un atto riconosciuto naturale dalle stesse persone in causa; Vladimir inoltre trovava assurdo il fatto che in questo modo a Montesilvano le donne biologiche possano continuare ad "elargire favori sessuali a pagamento" senza che questa legge ammuffita le coinvolga, creando una innegabile disparità di trattamento.
(ed ha detto ciò che è stato citato poi anche nell'articolo)
Ieri mattina mi sono scontrata con la realtà: uno dei miei colleghi, rendendo nota la vicenda a tutto l'ufficio, lodava a più riprese l'iniziativa raccogliendo ovviamente un larghissimo consenso tra i soddisfatti lavoratori (tutti maschi). "Vedere le prostitute non mi da' mica fastidio" dicevano tutti in coro, peccato però che almeno due su tre conoscessero alla perfezione le zone di stazionamento dei viados dei relativi paesi. Confortante.
Sono intervenuta quindi esprimendo il mio parere: per quanto possano essere condivisibili gli sforzi per arginare il problema (a Milano in Viale degli Abruzzi ne hanno una caterva di ragioni per lamentarsi dei viados), non posso dimenticare che la legge è uguale per tutti...e tutte. Quando c'è anarchia, le conseguenze possono essere solo queste, ossia discriminatorie.
Cito un detto anche se non lo ricordo alla perfezione, prego chiunque di correggermi: nella storia accadono le tragedie, quando poi la stessa storia si ripete si cade nel ridicolo.
Ecco cosa era già successo nel passato: proibizionismo, antipolitica, guerre "terminate" e conflitti mai spenti, tralascio il link ad un articolo che possa ricordare cosa significasse mantenere un certo "stile di vita" in quel periodo (andate di fantasia). Qualcuno mi spiega però perché dovrei portare dei pantaloni che danno fastidio al push-up? Che moda esasperata.

Gruppo Italiano - Anni ruggenti


giovedì 4 ottobre 2007

Lezioni di fitness - 1a Puntata - Birdwatching (o degli spogliatoi)



Birdwatching
(o degli spogliatoi)
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"Quando noi vediamo una parte o un organo sviluppato in un grado o in modo straordinario in una specie, abbiamo una presunzione plausibile che ciò sia di molto valore per essa." (Charles Darwin, "L'origine delle specie", 1859)

Il buon vecchio Charlie aveva visto giusto: le dimensioni contano. E lo dimostra una tipologia di osservazione oggi molto diffusa: il cosiddetto "Locker Room Birdwatching" (ovvero "osservazione degli uccelli nello spogliatoio"). Ma partiamo dall'inizio.

Ogni attività di fitness comincia dallo spogliatoio. Non solo per prepararsi all'attività fisica e per la doccia dopo la sudata... ma per dare anche agli occhi la giusta dose di... moto. Quindi i frequentatori di palestre e piscine conoscono bene il Birdwatching. Ogni frequentatore ha un pennuto da esibire ed una grande quantità di simili da osservare. Il volatile cova un paio di uova, ed il tutto è circondato da un nido, più o meno intrecciato.
Come osservare gli uccelli senza spaventarli (e senza contrariare il padrone)? Gli osservatori superano il problema nei modi più disparati:
- Lo strabico: sfrutta al massimo la visione laterale, al fine di non spaventare i volatili osservati.
- Il comparatore: non riesce a fare a meno di alternare uno sguardo al vicino ed uno sguardo alla propria gabbietta.
- La cervicale: in grado di tenere sott'occhio soggetti posti ai 4 punti cardinali.
- Il pensatore: l'atteggiamento riflessivo gli consente di guardare in alto, assorto, per poi puntare
decisamente l'oggetto del desiderio, quando l'idea si concretizza.
- Il ritardatario: trovando gli armadietti occupati, gira tutto il locale, guardando ovunque... anche lì.
- L'aspettatore: appostato su una delle panche, è convinto che il suo amico esca dalla doccia da un momento all'altro, e quindi controlla ossessivamente il passaggio di ogni pennuto sgocciolante, visto che guardare più in alto sarebbe quantomeno scomodo.
- Il timido: gli basta intuire la presenza dei soggetti, ma non ne incrocia mai lo sguardo per timore di essere vinto dall'emozione.

E tu?
Che tipo di birdwatcher sei?
Ma soprattutto... ora sei pronto a fare fitness con laKidman ? ;-)



(nel logo, un'immagine tratta dal video di "Call on me", di Eric Prydz)