L’anno scorso prima di cantare al Concerto di Natale in Vaticano, diverse dichiarazioni di Zero, del suo manager e del figlio adottivo, tutte tese a smentire la presunta omosessualità del cantante e sminuenti delle offese recate ai gay. Quella più stupefacente, pronunciata dal nostro fu: "Gli omosessuali sono un po’ come i bambini Down: sono diversi, hanno il loro mondo, sensibilità acutissime". [...]
A chi gli chiede: "Ma è la Chiesa ad essere cambiata perché invita Zero o viceversa?" , il Re dei sorcini risponde serafico: "Un tempo cantavo per un manipolo di disadattati e parlavo di depressione, disagio, paura di vivere, emarginazione".
E ancora: "Quello è un guardaroba storico, che forse sarà un giorno frutto di studi sociologici, chissà… ".
E ora arriva la dichiarazione di domenica scorsa a Domenica In, dove Renato Zero ha candidamente confessato di aver dichiarato il falso alla visita militare, dicendo che era omosessuale. Non contento l’autore de il Triangolo, ha proseguito con " sono fatto di ben altra pasta" alludendo alla funzionalità dei propri organi genitali.
Insomma l’intolleranza Zero è ben servita, nonostante le schiere adoranti di sorcini lobotomizzati, convinti di adorare un mito, che si è infranto sul solito muro della convenienza trasformistica (che nostalgia per il "trasformista" Zero…) di un artista un tempo molto amato, da quei "disadattati" che lo hanno riempito di soldi, anche per finanziare inesistenti progetti, e oggi vengono così denigrati. Complimenti... Zero!!!