Una parentesi in questo clima elettorale (da oggi pomeriggio non si parlerà che di percentuali e di brogli…), ispirata da un pomeriggio domenicale trascorso tra - tre - girls… il tempo ci ha condotti verso un cinema (purtroppo una multisala gremita di ragazzini e non un elegante cinema del centro, magari un po’ demodé, che ci piace tanto…) e il cuore ci ha fatto scegliere la sala…ok, il noi è majestatis…
E dopo due simpatiche ore in compagnia di un bonazzo (rugosetto però il bel matthew…meglio l’amico pseudo-sfigato…) e della mia splendida alter ego (ringiovanita di vent’anni rispetto a quando mi prestava il volto e soprattutto le corte gambe, la zoccola…) resta la conferma di quanto ci si aspettava, un film leggero, ben fatto – sempre bravi ‘sti americani – meno melenso di molte commedie rosa, più comico di quanto mi aspettassi. Ma soprattutto mi resta la scena del confronto tra una grande – in tutti i sensi – Kathy Bates, madre (?!?) del bel Matthew, e il figliolo ormai fuori casa, in cui lei gli confessa che il pensiero che lui potesse lasciare il nido le incuteva una paura folle, paura di restare sola con suo marito in pensione e soprattutto di non avere più lo schermo di un “bambinone” da accudire e quindi di affrontare quello che sarebbe rimasto il compagno negli anni a venire, col dubbio di essere diventati quasi degli estranei nonostante gli anni di convivenza…
Sarà che sullo schermo ho avuto un deja-vu (ma solo in parte…mio padre non ha trasformato camera mia nella sua “stanza nuda”!) e che la mia mente adora i voli pindarici…ma non sarà che il segreto della longevità di molti matrimoni consiste nell’annullamento (dei bisogni) dei due coniugi in funzione dei figli e che lo sfaldamento della stessa istituzione si debba molto all’importanza relativa che padri e madri danno oggi al loro essere in primo luogo individui e solo dopo coniugi e poi genitori? E se così fosse…non sarà la mancanza di quel legame-salvagente rappresentato dai figli a minare la solidità nel tempo delle coppie gay?
lunedì 10 aprile 2006
Il nido...
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2 commenti:
Ho nuovamente oscurato il tuo post...è vero...giuro ma non l'ho fatto apposta: ho scritto "il mio pezzo" (quanto mi sento come la compagna Lilli Gruber in questi momenti) stamattina e ho erroneamente postato prima di leggere l'ultimo aggiornamento. Sorry. Siccome io il film ovviamente non l'ho visto, mi sento solo in dovere di commentare la tua questione: credo che l'egoismo e più in generale il personalismo siano in continua crescita nel mondo moderno, effetto di questa società molto individualista e non più aggregante; è inevitabile che anche l'istituzione familiare, considerata da tanti fondamentale per molti aspetti ne subisca le conseguenze. Trovo però a parer mio eccessivo addossare le colpe a dei figli che non esistono e che non possono esistere nel caso di coppie gay (almeno parliamo di figli naturali), anche qui credo ci sia una quota di maturità: siamo abbastanza maturi per essere genitori? Semplicemente trovo che sia un trend, purtroppo in continua crescita.
Spero di essere stata esauriente anche come sociologa oltreché come politologa... nel frattempo da ballerina accanita spettatrice di "Sex&theCity" mando un caloroso bacio alla mia amica Carrie.
Con colpevole ritardo dico la mia. E visto il tempo che vi ho fatto aspettare, sarò breve ed esplicito.
- I figli sono solo uno dei possibili argomenti di discussione, di unione e di scontro in famiglia (certo, un grande argomento)
- I matrimoni saltano perchè oggi le donne non fanno più le sopporta-e-tira-avanti.
- Le coppie gay sono formate da due donne moderne, ergo nessuno dei due fa il gioco di squadra.
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