Dizionario delle Relazioni: M come Misterioso

E' buona abitudine per molti di noi catalogare le persone che incontriamo, specie i ragazzi della nostra parrocchia. Tra le categorie oggetto di studio c'è quella che potrei definire dei MISTERIOSI, che vado ora a presentarvi con un esempio.
Si tratta dell’ultimo ragazzo che ho conosciuto, un paio di mesi fa credo. C’è attrazione, intesa fisica e sintonia de capa. Sapendo però come funzionano le cose tra giovani esemplari dello stesso sesso, si va coi piedi di piombo (zincato, s’intende) e lui è d’accordo e fa lo stesso. Usciamo tre volte, sembra tutto ok, poi mando un paio di sms e non ricevo risposta. Vabbè, penso, voglia di correre dietro ai fantasmi non ne ho. Sa dove trovarmi. Dopo un mese lo rincontro, per caso. E’ a disagio, non prova a giustificarsi, dice solo che gli è successo qualcosa che non vuole dire e per questo s’è chiuso in sé stesso. Mi spiace, gli dico, e mi dispiace sinceramente. In fondo pensavo che mi raccontasse qualche balla, e invece è stato sorprendentemente senza parole, senza scuse.
Ecco, un altro personaggio Misterioso.

Il Misterioso parla poco di sé, egli “preferisce ascoltare”. E quando parla di sé “esce” le parole una per una, controllandosi e controllando le tue reazioni. Lavora in una ditta di medie dimensioni come impiegato; non abita in uno degli 8000 comuni italiani ma in una certa zona che copre tre provincie ed è grande quanto il Belgio.
Ho imparato sulla mia pelle che questi individui nascondono lati ancora più oscuri.
Quindi l’imperativo è uno e uno solo: lasciarli perdere.

Non tentare di capire cosa ci sta sotto. Resistere alla curiosità. Soffocare in culla ogni istinto da madreteresadicalcutta: se vogliamo fare del volontariato evitiamo di cimentarci con partner o aspiranti tali. Non pensare che la situazione cambi, altrimenti poi sarà troppo tardi e ci sarai dentro fino al collo.

Gli incidenti di percorso possono capitare e spesso non dipendono da noi, però quando la nebbia è già fitta evitiamo di metterci al volante.