Scania! Oh Mamamia!

Finalmente si avvicina un nuovo weekend e si spande nell’aria il profumo della libertà, un po’ come la fragranza di cornetto caldo in attesa di una girl vogliosa al ritorno dal suo pellegrinaggio verso una alby franciacortina o emiliana…
Ma la mente rivive ancora il weekend passato, una tre giorni di mare, arte e…pioggia (lo ammetto, ce n’è stata, anche se grazie alla guida della sandradee ne abbiamo schivata una buona parte!). Non vi dirò quanto è bella Pistoia, vivibile Lucca o piacevole passeggiare per Firenze senza cartina, perché lo scopo principale della trasferta era vedere questo tanto decantato Mamamia a Torre del Lago (non è vero, ma fa scena).
Venerdì sera: diluvio, le mie Manolo Blahnik si sono rifiutate di lasciare il morbido e asciutto tappetto della carrozza che mi trasportava.
Sabato sera: try again. Pioggia fitta ma leggera. Atmosfera autunnale. Il mare d’inverno nelle orecchie. Aspettativa di un locale vuoto, o chiuso. E invece…
Naturalmente al chiuso (in stagione la gente si assembra fuori, tra musica, drink, spiaggia e boschetti…), musica inizialmente molto gaya, dettagli kitsch all’esterno e decorazioni natalizie all’interno. Già mi pregustavo una serata simil-Borgo quando… ricevetti il primo spintone, e poi un altro, e dopo una fase di adattamento all’ambiente il mio radar ha dato forfait e l’occhio ha scoperto perché: le donne presenti erano donne vere…almeno all’anagrafe!!!
Una quantità imprevista e incredibile di camioniste: nessun giudizio sul loro abbigliamento (ma insomma, il gel nei capelli tesore, manco in pieni anni 90!), ma i loro modi… due ladies come noi si sentivano spaesate e impaurite manco si fossero ritrovate in un porto di notte (anche perché là un paio di idee le avremmo avute).
Elemento non trascurabile la quantità di gente ammassata nel localino, tanta da avere i buttadentro che bloccavano gli avventori.
Tre brani di seguito senza Madonna.
La strega di Blair vicina a noi che si piega accennando una danza sensuale (ehhh!!!), si abbassa sinuosa (ehhhh!) e rialzandosi compie il suo incantesimo, espandendo un effluvio magico che riesce a crearle il vuoto intorno.
Bleah.
In due millisecondi eravamo fuori. Un barista figoso. Un angelo azzurro. Tre figoni accaldati. Hung up. Jump. Camion parcheggiati fuori, ma camioniste all’interno. Finalmente al nostro posto.