Carte, musica e ricordi...

In un momento di cazzeggio assoluto stavo frugando nel mio hard disk tra le canzoncine non ancora ascoltate (giusto un paio) un po’ come faceva mia madre fino a qualche anno fa quando ricopriva il pavimento di un’intera stanza con fotografie ingiallite con l’intenzione di sistemarle, ma dopo poco si ritrovava a rivivere i bei tempi andati in compagnia di una figlioletta adorante e assetata di nuove vecchie storie. La figlioletta ero io, ovviamente. E le foto ogni volta tornavano nella loro bella scatola rigorosamente senza ordine (crono)logico.
Così i miei ascolti ‘tecnici’ lasciano spaziare la mente, la fantasia e i ricordi: ci sono melodie che inaspettatamente vanno a smuovere una parcella di memoria fossilizzata dall’infanzia rievocando un momento, un odore, una persona. Più spesso un brano conosciuto viene finalmente associato a un(a) cantante (ma dai, anche questa è della Oxa, ah, peccato si sia persa nei “processi a se stessa” ormai…). Altre volte una canzone può rappresentare una scoperta, per la sua intensità, per l’interpretazione, per la bravura dell’interprete o – come direbbe Diego di Pinocchio – perché contiene delle perle di “saggesse populaire”. Così scopro che ben prima di far canticchiare il mondo gayo con i suoi “ah, ahah, ahah, ahaaaaaah” di Amore Disperato, Nada intonava il manifesto del suo atteggiamento verso gli uomini e verso la vita, leggete un po’ quanta verità in queste rime così sixties, e quale fine metafora col gioco delle carte.
La canzone è Re di Denari.
L’autore è senza dubbio un poeta e un filosofo.
L’interprete è una mia nuova icona.
Come non condividerlo con voi???

(…)A chi mi offre denari,
io gli rispondo picche;
a chi mi offre dei fiori,
tutto il mio cuore darò.
La vita è un gioco,
mischiam le carte
ride chi vince
chi perde piange.
Ma la partita è solo una
Nella vita ci vuole fortuna

Una rivincita non ci sarà.